La musica dell’universo: Einstein, un pianoforte e la pandemia

Non avrei mai pensato che il Blüthner di Maja Einstein mi avrebbe inaspettatamente aiutata a sopportare il lockdown. Del resto ognuno dei miei libri mi ha fatto compagnia in qualche momento della mia vita, ma questa volta uno di loro ha fatto davvero l’impensabile.

Quando uscì con Gruppo Editoriale San Paolo la mia biografia di San Tommaso La bellezza del mondo era il febbraio del 2020. L’Italia e il mondo intero si tuffavano nella pandemia da Covid-19 e il mio romanzo restò un po’ trascurato, tutti gli eventi su cui stavamo cominciando a ragionare annullati prima ancora di vedere la luce.

Poi, a ottobre, quando, dopo un’estate godereccia cominciava a profilarsi l’ombra di una nuova fase acuta del virus, e dunque di nuove restrizioni, nel periodo in cui si sarebbe aggiunto alla reclusione forzata anche l’inverno, quella stagione che per me è la più difficile, per via del freddo (che odio) e delle giornate brevi, con un buio che a me pare non finire mai, ricevo una mail inaspettata dall’amico scrittore ed editor, Luca. Una mail se vogliamo strana, che mi ha incuriosito. Mi chiedeva se mi andava di scrivere un romanzo basato su una storia vera. Chi mi conosce sa che una tal proposta mi invitava a nozze.

Luca mi spiegò l’argomento, si trattava di scrivere di un famoso pianoforte a coda donato da Albert Einstein a sua sorella Maja per il cinquantesimo compleanno. Un piano che, superati gli anni difficili della guerra, ora è conservato ad Arcetri, sui colli fiorentini, presso la biblioteca dell’osservatorio che fu la casa di Galileo.

Un libro su commissione possiede un vantaggio e uno svantaggio. Il vantaggio è che, una volta finito, se il lavoro è venuto bene, non c’è quella fase frustrante e avvilente che per un autore coincide con la ricerca di un editore (un buon editore). Lo svantaggio che, per una storia che già esiste, lo scrittore non può che mettere se stesso unicamente nello stile, nell’ideazione dell’intreccio, nel fare suo almeno uno dei personaggi. E questo era il mio compito. Da quel momento, ogni attimo libero fu dedicato a uno studio convulso, per fortuna avevo accesso ai libri della biblioteca e a tanto materiale video, sia sui personaggi che sullo strumento che per me divenne il simbolo della resilienza. Come lui, che ne aveva passate tante ed era ancora qua, bello come il sole, anche io dovevo riuscire a transitare per quei mesi difficili e rinascere più forte. Diventammo inseparabili, la storia ed io, non v’era attimo in cui non fosse con me, in ogni profondo pensiero, e, una volta conclusa, la rilessi mille e mille volte, scelsi ogni singola parola, studiai termini desueti, ma gustosi, del gergo fiorentino. Ad aprile, quando dovetti mettere la parola fine anche per esigenze di scadenza, inviai la bozza col fiato sospeso a Luca.

Ora quel dattiloscritto che mi ha accompagnata nei mesi del lockdown, della paura, della solitudine è diventato un libro con una straordinaria copertina, e sarebbe una bella cosa se il messaggio che ho voluto che lo impregnasse fosse di aiuto a tanti, perché è stato doloroso scrivere alcune scene, taumaturgico immergermi in altre, ho pianto e riso con i miei personaggi, soprattutto Hans-Jo Staude col quale mi sono immedesimata. Da domani “La musica dell’universo” sarà disponibile per la lettura, e per me il 9 luglio 2021 costituisce una data importante, che ricorderò sempre.

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