La parte più complicata: la costruzione della trama

Credo che la parte più complicata, per chi scrive un romanzo, sia la costruzione della trama.

Chi non è convinto di ciò, sicuramente non vi ha posto attenzione.

Dopo aver affrontato la questione dell’incipit alla quale vale la pena dedicare un po’ del nostro tempo, eccoci ad affrontare quello che è lo scheletro di un’opera romanzesca, ovvero la trama.

La parola stessa, trama, ci riporta alla mente una tessitura al telaio, dove, appunto, è denominata trama tutta quella fitta struttura di fili che si interseca con l’ordito. Un insieme compatto. Trama e ordito tengono unito il filato e  costituiscono una parte importantissima di un tappeto o una stoffa.

Chi guarda i disegni della stoffa o del tappeto difficilmente presterà attenzione alla minuta struttura, però il suo occhio dovrà ricevere una immagine gradevole e armonica.

La parte più complicata, dunque, è, a mio avviso, la costruzione della trama. Tutto il resto è divertimento puro.

In un romanzo distinguiamo tra questo elemento della trama, chiamato intreccio (nota come torna sempre la metafora del filo) e la fabula, ovvero la storia come è accaduta (o sarebbe potuta accadere) nella linea cronologica. Su questo argomento, la grande giallista Elizabeth George, che di trame se ne intende, come ogni giallista che si rispetti, ha praticamente dedicato un intero manuale che ho letto e riletto. Un manuale straordinario, che però trovo troppo complesso e difficilmente applicabile da parte di un autore poco esperto.

Vi offro dunque questo capitolo che cerca di semplificare le cose, con la solita raccomandazione: la cosa più importante di tutte è l’esercizio. A volte, poi, capita che nella scrittura di un romanzo ci venga voglia di cambiare la storia, così come un personaggio stesso ce la suggerisce.

Ma di questo parleremo in un’altra puntata.

Lascia un Commento