Abbellire il testo con le figure retoriche

Figure retoriche

C’è chi le ama, c’è chi le odia, chi durante la sua carriera vi si è opposto con tutte le forze, ma abbellire il testo con le figure retoriche è una possibilità che ci dobbiamo dare. Da prendere, almeno, in considerazione.

Figure retoriche, servono?

Ognuno, in base al suo stile personale, sceglierà come plasmare la lingua italiana. Ognuno potrà utilizzare anche quegli antichi artifici che furono impreziositi da grandi ed eminenti autori classici.

Ripassiamo le scorse puntate

La scorsa settimana abbiamo visto come scegliere, prima di iniziare a scrivere, la persona e il tempo verbale con cui narrare la storia. Ora invece l’argomento da affrontare sono le figure retoriche, ovvero tutte le potenzialità che una lingua ci offre per scrivere un testo coinvolgente, che sappia suscitare emozioni, evocare immagini.

L’argomento è ampio e sicuramente impossibile da esaurire in un breve capitolo. Non vi è dubbio che è importante capire quando le metafore possono dare quella pennellata giusta a una frase, a una scena, a un libro intero.

Classici e figure retoriche

Aprendo i poemi omerici ci si imbatte in un gran numero di similitudini, soprattutto quando l’autore deve riprodurre una scena di battaglia o duello, e allora i due guerrieri diventano due leoni con il muso aggrottato, gli artigli sfoderati, le schiene con il pelo ritto per l’emozione.

Fin dall’antichità gli scrittori hanno saputo costruire immagini straordinarie con le figure retoriche, e alcune ci sono rimaste impresse nella mente sin dai tempi della scuola.

Il vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro, il sacerdote che “non era un cuor di leone”, “la sventurata rispose”, tutta la selva oscura di Dante, il “per me si va”, e ancora “Tu non avresti in tanto tratto e messo / nel foco il dito”, sempre di Dante.

Possiamo anche scegliere di no

Intendiamoci, abbellire il testo con le figure retoriche non è obbligatorio. Se si utilizza uno stile asciutto, diretto, a volte anche crudo, si può anche evitare di cimentarsi con tali artifizi. L’importante è fare tutto con la consapevolezza della forza espressiva che si vuole trasmettere.

Come in un quadro

A volte si resta incantati e ci si sofferma ore a osservare un dettaglio minuscolo di un quadro. Un uccellino, una mano, un oggetto. Talmente ben realizzati da apparire vivi. Lo stesso avviene per la preziosità di una pagina scritta, che ci sembra far sbucare personaggi, scenari e situazioni dalla fiction delle parole.

Diventare indimenticabili, dipende solo da noi.

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