Oramai siamo arrivati alla parte più avvincente del nostro manuale e parleremo di come tenere il lettore sul filo del rasoio.

Un testo ben scritto, ricco di termini appropriati, di aggettivi è sicuramente più piacevole da leggere di uno sciatto e frettoloso. Un altro però è l’ingrediente che trasforma un romanzo (anche un buon romanzo) in un libro da cui non si riesce a scollarsi!

Questo ingrediente è il mistero, la suspense. Qualcuno obietterà che il libro che sta scrivendo non è un giallo o un thriller, e io risponderò che non importa. Mistero, empatia, suspense, far scoprire al lettore da sé qualcosa, straniarlo, confonderlo, sono tutti giochi letterari che rendono un romanzo gustoso e apprezzato.

Nel mio capitolo, oltre a esempi tratti dal re del thriller, Stephen King, presento anche alcuni esempi ricavati dal capolavoro di Alessandro Manzoni, che non è né un giallo né tantomeno un thriller, ma che contiene colpi di scena e sviluppi della storia assolutamente geniali.

Insomma, il segreto è tenere il lettore sul filo del rasoio. Una tecnica molto usata dai grandi romanzieri di oltre Oceano è terminare un capitolo collegandolo al successivo, così che si crei una sorta di concatenazione stretta degli avvenimenti.

Ad esempio si può finire un capitolo con “e a quel punto gli venne una straordinaria intuizione” oppure con “si mise a pensare intensamente a una soluzione e decise che il mattino dopo avrebbe sistemato la questione” o ancora “guardando fuori dalla finestra vide un’ombra che si avvicinava con lentezza”.

Non vi sembra che queste frasi invitino a continuare la lettura?

 

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